Museo Archeologico Lanciani

Il convento di San Michele: origini e storia

Il convento di San Michele con chiostro e chiesa contigua occupano la vetta di Monte Albano, dove sorse nel Medioevo il villaggio fortificato di Castrum Montis Albani, posto, secondo un atto del 1436, “a un tiro di balestra” dal vicinissimo Castrum Monticellorum (Montecelio). Allora era ancora in funzione la chiesa del castello dedicata a San Michele Arcangelo, descritta in un documento della Curia di Tivoli come ruralis et campestris.

Il luogo è cambiato solo nel 1675 quando Marco Valenti comprò da Virgilio e Domenico Lanciani la sommità di Monte Albano, su cui erano ancora in piedi i resti del sito fortificato, per costruirvi una chiesetta, anch’essa intitolata all’Arcangelo, e un villino. Ma è necessario aspettare il 1702 perché abbia inizio la costruzione del convento dei Frati Minori Osservanti, che cancellerà quasi completamente i resti del paese medievale.

L’edificio ha la struttura tipica degli insediamenti francescani: un semplice quadrilatero sorretto da arcate su pilastri con il chiostro al centro. Sul retro si trovava il refettorio ove si conservano, seppur danneggiati dalle intonacature successive, un dipinto con l’Ultima Cena e, sul fondo della sala, un’Annunciazione in due frammenti appena decifrabili. Nelle lunette del chiostro sono ancora visibili, anche se bisognosi di restauro, dipinti che raffigurano episodi della vita di San Francesco, raccontati in due terzine dantesche divise da uno stemma gentilizio; nel nastro sovrastante lo stemma si legge la data di realizzazione (per lo più 1778) e il nome dei committenti, quasi sempre membri delle più antiche famiglie di Montecelio, ancora oggi presenti nel paese.

Al porticato del piano terra corrispondono al piano superiore i corridoi da cui si accede alle 12 celle dei frati che abitarono il luogo per circa 170 anni e a vari altri ambienti (biblioteca, foresteria, stanze del Priore).

Il blocco architettonico del convento sarà affiancato a partire dal 1724 dalla nuova chiesa di San Michele Arcangelo, eretta su disegno dell’architetto Benedetto Alfieri, consacrata nel 1745. In questo arco di tempo si conclusero anche i lavori riguardanti il chiostro e la recinzione del cosiddetto Orto dei Frati, donato ai francescani dalla Comunità di Monticelli nel 1705, lungo la quale furono costruite le 14 cappelle della Via Crucis.  La nuova chiesa ha un’ampia navata coperta da una volta a botte con due cappelle per lato, che termina oltre l’altare maggiore con il coro, abbellito da una tela ad olio, copia del celebre dipinto di Guido Reni raffigurante il trionfo di San Michele sul demonio, eseguita da padre Giambattista da Roma.

Ma l’apparato decorativo che più stupisce i visitatori è sicuramente l’insieme di tempere realizzate da un frate monticellese, Padre Michelangelo Cianti (1840-1923), nominato custode del convento dopo che i francescani erano stati obbligati dal governo italiano ad abbandonare il loro convento nel 1872, in seguito delle leggi sulla soppressione degli ordini religiosi. Padre Cianti rimarrà rettore del convento fino alla morte. Gli succedette don Celestino Piccolini, appassionato di storia e archeologia, che allestì un piccolo museo archeologico nelle stanze del Priore. La preziosa raccolta venne dispersa nel secondo dopoguerra.

Nel corso degli anni Trenta nell’area del giardino che circonda la chiesa fu allestita una colonia elioterapica diurna per bambini; durante l’ultima guerra la stessa zona fu abbellita da una serie di restauri in travertino eseguiti dai Militi della Contraerea, che seguirono anche le direttive di don Celestino e Antonio Cerqua. Dopo la Seconda guerra mondiale la struttura cade in un profondo degrado ma fortunatamente il verdeggiante parco pubblico sulla cima di Monte Albano sarà rispettato grazie a due vincoli paesaggistici del 1922 e del 1968 che finora ne hanno tutelato l’integrità.

Negli anni Ottanta ha inizio il restauro del convento, che ha poi ospitato due istituti regionali operanti nel campo della grafica e delle telecomunicazioni, alcuni uffici comunali e la scuola materna del paese. Nel 2013 ha avuto termine la messa in sicurezza delle tempere di padre Cianti nella chiesa di San Michele, da allora riaperta al culto.

Dal 2012 il convento è la sede del Museo Civico Archeologico “Rodolfo Lanciani”, allestito al pianterreno, che dal 2023 si è arricchito con la presenza di mostre temporanee al piano superiore. Alcune celle sono state adibite a laboratori di restauro e in un’ala distinta è stato trasferito l’Archivio Storico comunale di Guidonia Montecelio, di recente sottoposto a un generale riordinamento ad opera dei volontari della Sezione Cornicolana del Gruppo Archeologico Latino.